Casi plusvalenze Juventus e Napoli diversi, Vettosi: "Per i club è un terreno grigio"
Si continua a dibattere sul tema delle plusvalenze dopo quanto accaduto alla Juventus e in relazione al rinvio a giudizio di Aurelio De Laurentiis.

Si parla tanto in questi giorni del rinvio a giudizio per Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, in relazione al caso delle plusvalenze legate all'affare Osimhen con il Lille, e tanti tifosi della Juventus ritengono che il loro club sia stato penalizzato e quello partenopeo no.
Le differenze tra i due casi sono notevoli e per la Procura federale non ci sono le condizioni per un nuovo processo sportivo in relazione al caso Napoli. Le carte che stanno emergendo dalla Procura di Roma a carico di De Laurentiis, quindi, non avranno effetti sulla giustizia sportiva. Resta infatti solo la remota ipotesi che la Procura Figc possa muoversi perché dall’inchiesta di Roma sono emersi elementi come intercettazioni o documenti non ancora trasmessi ad aprile in Figc. A quel punto la richiesta di revocazione tornerebbe a decorrere dal momento dell’effettiva conoscenza o ricezione dei nuovi atti. Tuttavia è difficile che a Chiné non siano arrivati i fascicoli.
Plusvalenze, differenze tra Juventus e Napoli
Sul tema delle plusvalenze si è espresso anche l'economista Fabrizio Vettosi ai microfoni di Radio Napoli Centrale: “Il tema della riduzione del costo del lavoro è un tema che tratto da molti anni, e poi è diventato un parametro fondamentale per iscriversi ai campionati. Si tratta di costi che riguardano l’area tecnica, vale a dire lo stipendio del calciatore più la quota di ammortamento, quello che una volta si chiamava “cartellino”. Il costo spalmato negli anni delle prestazioni sportive. Non si possono avere questi costi superiori ai ricavi, altrimenti la strada sarebbe il fallimento. Nel calcio questo fattore viene imposta con una norma dell’ordinamento federale. Questo parametro era dello 0.8%. Questo parametro è sceso dal’80% al 70% ed è più rigido.
"La norma - ha aggiunto Vettosi - serve a obbligare le società a gestire meglio gli aspetti aziendali. Sono esclusi gli under 23 da questi parametri, e questa è una cosa potenzialmente a rischio. Mi riferisco a mistificazioni, per questo eviterei le plusvalenze dai ricavi. Il player trading non dovrebbe essere il focus principio delle società calcistiche. Le plusvalenze sono un terreno grigio. Questo dovrebbe essere la creazione di uno spettacolo con equilibrio finanziario. L’obiettivo è non incentrare gli equilibri economici sulle plusvalenze, altrimenti si rischia di alimentare un enorme buco”.
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