Andrea Tedesco, l'ex Napoli allenerà ad Abu Dhabi: "Vogliamo crescere, progetto interessante"
Intervista esclusiva ad Andrea Tedesco. L'ex allenatore della Primavera del Napoli è stato ingaggiato da un club degli Emirati Arabi.

Andrea Tedesco, ex allenatore della Primavera del Napoli, impegnato in una nuova esperienza all'estero. Il tecnico partenopeo è stato ingaggiato dalla Forte Virtus, club di Abu Dhabi che gioca nel campionato di seconda divisione degli Emirati Arabi. Un'avventura intrigante e interessante, in passato ha già avuto importanti esperienze in terre straniere come in Romania, Malta e Albania. La redazione di AreaNapoli.it ha contattato Tedesco per un'intervista.
Tedesco: "Allenerò la Forte Virtus"
La nuova esperienza negli Emirati Arabi? "Aprirsi a nuovi mercati è uno dei miei obiettivi. Da un paio di settimane sono ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi. Un gruppo italiano sta investendo qui con dei soci locali e mi hanno proposto un progetto interessante. Sarò l’allenatore della Forte Virtus, squadra che gioca nella second division locale e ricoprirò anche la carica di supervisore della seconda squadra del club. Ci stiamo dando diversi obiettivi a medio-lungo termine, tra cui formare giovani calciatori di matrice internazionale e salire di categoria. Abbiamo formato uno staff tecnico giovane tra cui c'è anche Alessio Magliacano come allenatore dei portieri, anche lui ex Napoli con il quale avevo già collaborato in precedenza. La voglia di crescere e mettersi in gioco per ciò che più mi appassiona è prevalente nelle scelte per cui opto e contestualmente a questa nuova avventura, quest'anno sarò impegnato anche tra i banchi del Master per allenatori di Coverciano per il corso Uefa Pro. Sarà quindi un anno molto impegnativo ma ricco in stimoli ed arricchimento personale e professionale...".
Tedesco parla delle difficoltà del calcio giovanile
Mister, tante esperienze in Italia e in Europa, che differenze ha trovato tra il movimento giovanile italiano e quello estero? "Personalmente più che le differenze, mi preme evidenziare le stesse criticità; ovvero che oggigiorno molti ragazzi, chiaramente non tutti, giocano al calcio per fare soldi o diventare famosi. Quello che mi pare stia venendo a mancare è la predisposizione al sacrificio, che è un po’ figlia di questi tempi e questa tendenza, purtroppo, danneggia tutto l’ambiente sportivo dove disciplina e sudore sono le basi. Il duro lavoro prima o dopo paga, quasi sempre, quindi bisognerebbe approcciarsi al calcio, ma a tutto lo sport in generale, con questa consapevolezza e non immaginare delle scorciatoie. Troppo spesso capita che ci si lamenti di giocare poco, di non trovare spazio come desiderato etc., convincendosi che scappar via e andare altrove, possa risolvere il problema. A mio avviso invece i giovani devono essere supportati ad affrontare le sfide, in primis per misurarsi con se stessi e poi sentirsi a proprio agio nella normale competizione che la vita ti mette difronte. Anche a questo serve il settore giovanile. Infine bisognerebbe ritrovare il gusto del gioco. Allenarsi duramente si ma non perdere mai l’aspetto ludico di ciò che decidiamo, specialmente con i più piccoli: bisogna divertirsi e farli divertire. Così nasce la passione e l’amore per qualcosa".
Perché in Italia sono pochissimi i giovanissimi che trovano spazio da titolare nelle squadre di Serie A? "La ricerca del risultato immediato mette gli allenatori difronte a delle scelte difficili. Bisogna spesso essere pratici in un mondo dove molte figure sono in un continuo stato precario. Chiunque vuole rischiare il meno possibile e salvare il proprio posto, figuriamoci nel calcio dove si vive di continue montagne russe emotive. Detto questo, ho la percezione che, anche per necessità economiche-finanziarie, qualche giovane in più si stia vedendo rispetto a qualche anno fa…poi dovremmo chiaramente confrontare dati e numeri per averne la certezza. Quello che ho sì appreso in questi ultimi anni è che le dinamiche che si creano in uno spogliatoio eterogeneo sono quelle utili allo sviluppo di un giovane calciatore quindi che ben vengano esperienze come quelle fatte nelle seconde squadre ad es. in lega Pro, in Italia. Difatti in altri paesi accade già da tempo ed appaiono determinanti per la formazione dei calciatori".
A proposito di giovani, Antonio Vergara, che conosce molto bene, è un giocatore pronto per il Napoli di Conte? Ci parli della sue caratteristiche. "Sono molto contento che dei ragazzi cresciuti nel settore possano giocarsi un opportunità ai massimi livelli. Merito del loro talento donatogli da madre natura, del lavoro svolto in questi anni e di chi ha creduto che potessero arrivarci. Mi viene in mente Gianluca Grava ed al suo staff che in questi anni ne ha individuato e cresciuti in molti".
Tedesco: "Il Napoli di Conte è ancora più completo"
Ha lavorato due anni nel Napoli, come vede la squadra azzurra in questa nuova stagione? "Ovviamente in Napoli è sempre più una realtà consolidata, di caratura sportiva internazionale e molto virtuosa dal punto economico-amministrativo. Bisogna riconoscerne le virtù, ha una rosa ancor più completa, ambiziosa come lo spirito ed il pedigree del suo allenatore".




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