L'ex Juve Arrivabene: "Mi hanno trattato come un criminale. Io e Vlahovic messaggiamo"
L'ex CEO della Juventus, Maurizio Arrivabene, ha parlato della sentenza Prisma, soffermandosi anche sull'acquisto di Dusan Vlahovic.

Qualche giorno fa il Gup di Roma, nell'ambito dell'inchiesta Prisma su presunte irregolarità nella compravendita di calciatori, ha disposto il non luogo a procedere per l'ex Ceo della Juventus, Maurizio Arrivabene, per il quale gli stessi pm avevano chiesto il proscioglimento. Attraverso l'intervista rilasciata su Tuttosport, ha commentato così la notizia.
Ecco quanto evidenziato: "La fine di un incubo. Il riconoscimento della verità. Però non cancella quella sensazione provata ai tempi della condanna sportiva. La mattina dopo il processo, mia figlia tornava dall’estero, atterrata in Italia mi ha trovato sulle prime pagine di tutti i giornali, con la notizia della squalifica data come fosse la condanna di un criminale. Ecco, quella sensazione lì è stata brutta. Trattato come un criminale".
Se sono sempre tifoso della Juventus? "Certo, mica si può cambiare casacca. Mai pentito di Vlahovic. L’abbiamo preso in un momento in cui aveva segnato una valanga di gol. Non può essere scarso, non è scarso. Davvero! E i gol li ha sempre fatti. Forse ha pagato il fatto che la Fiorentina giocava per lui e la Juventus non ha mai potuto giocare per lui. Forse adesso se n’è accorto e ha cambiato un po’, mi sembra che giochi più sereno, più leggero. E sta andando bene. Con lui ci mandiamo sempre dei messaggi. È un bravo ragazzo".






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