"Re Mida" De Laurentiis, come essere protagonista facendo un passo indietro
Aurelio De Laurentiis è stato grande protagonista della stagione appena terminata. Il suo atteggiamento riservato è stato premiato.

Il titolo numero 4 della storia del Calcio Napoli, il numero 2 dell’era De Laurentiis, rappresenta il capolavoro del lavoro, dell’abnegazione, della resilienza e della sofferenza di staff tecnico e squadra. Ma, ironia della sorte, può essere ascritto da autentico protagonista al patron Aurelio. Proprio lui, quell’ Aurelio De Laurentiis spesso criticato, talvolta anche da queste colonne, perché troppo ego riferito, eccessivamente catalizzatore e accentratore, a momenti onnipresente.
Ebbene quest’uomo, dimostrando una notevole capacità di adattamento nonché di intelligenza, quella che va riconosciuta ai grandi imprenditori, è riuscito nell’impresa di dimostrare che si può essere protagonisti anche facendo un passo indietro, verso le quinte di una rappresentazione le cui luci fossero riservate ai protagonisti, a coloro che recitano a soggetto. Ma quelle luci, di riflesso, oggi tornano prepotentemente su colui che con spirito imprenditoriale, sagacia e amore per città e club, ha saputo mettere al servizio dello staff tecnico un roster di standing pregevole, con sacrifici economici non indifferenti, perché mai si sarebbe pensato che la sua proprietà potesse investire in giocatori di età avanzata pagandoli a peso d’oro, né acquisire le prestazioni di giocatori di livello superiore, come McTominay e Neres, splendide intuizioni del Direttore Manna.
Unico neo, la parentesi del Mercato di Gennaio, con la perdita di Kvaratskhelia, mai sostituito. Ma tant’è, i fatti gli hanno poi dato ragione. Sul fronte finanziario, la sua gestione ha portato 3,5 miliardi di ricavi, 141 milioni di utili netti e distribuito oltre 42 milioni al Consiglio di Amministrazione a conduzione famigliare.
Sul fronte dei risultati sportivi, 2 scudetti, 3 Coppe Italia, una Supercoppa italiana, ma anche quattro secondi posti, 4 terzi posti, 8 partecipazioni alla Uefa Europa League con una semifinale, e un quarto di finale di Champions League. Un patrimonio, non scritto né nei bilanci né nel Palmares, di serate dalle emozioni indimenticabili.
I numeri, tanto quelli del bilancio che quelli maturati sul campo da quel 6 settembre 2004, certificano in maniera chiara ed inequivocabile quella che rappresenta senza ombra di dubbio la migliore gestione che il calcio abbia mai avuto a Napoli e in Italia. Chapeau Aurelio, novello Re Mida del calcio meridionale ancor prima che nazionale e internazionale.
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