Tre mesi di un Napoli mai visto

Cose mai viste, a Napoli, neanche al tempo di D10S: 11 vittorie di fila, più altre due alternate ad altrettanti pareggi, per un bottino di 41 punti su 45, senza contare le 5 vittorie e i 15 punti in Champions League. È il frutto di una mirata preparazione estiva per assicurare immediata brillantezza ai primi i tre mesi del rinnovato gruppo, come se ci si apprestasse a un torneo di quindici partite. Piede a tavoletta sull'acceleratore alla partenza, e senza sosta, da metà agosto a metà novembre, e neanche si è accesa la spia della riserva. Ora, prima di rabboccare il serbatoio per il prosieguo, è tempo di spegnere il motore per un caffè.

Tre mesi di bel gioco, di gol e di punti. Tre mesi di attenzioni e di lusinghe strappate alla stampa estera. Tre mesi di primato per una squadra che nelle griglie di partenza era data favorito, sì, ma per un piazzamento in zona Europa League. Tre mesi di erosione delle quote degli allibratori. Tre mesi di re-innamoramento della gente e di affezione di nuovo piccoli tifosi. Tre mesi di silenzio delle cassandre della vigilia e di antidoto ai veleni sparsi in estate. Tre mesi di crescita esponenziale del valore della ringiovanita rosa, fino al livello delle tre grandi a stelle e strisce del Nord. Tre mesi di stadio pieno. Tre mesi per assicurarsi almeno una settantina di milioni di premi da mamma Uefa.

Tutto questo bendidio nonostante i periodi di assenza di Osimhen, Kvaratskhelia e Anguissa, indolori grazie all'ampiezza di scelta, all'impianto tattico, alla condizione psicofisica generale e alle qualità del gruppo. Kim che chiede venia pubblicamente per un errore fa capire perché e come questi ragazzi si stanno spingendo oltre.

Un rullo compattatore per asfaltar le strade. Questo è stato il Napoli dei primi tre mesi; mai, nella sua storia, così schiacciante sulla concorrenza. Solo tre mesi, e nulla è fatto, ma questo, Spalletti e i suoi, lo sanno perfettamente, e non hanno alcuna intenzione di fermarsi all'effimero di un sogno ancora tutto da realizzare. Un incubo, fin qui, per chi spera di svegliarsi a gennaio con un Napoli smarrito, inceppato, lontano parente di quello stratosferico ammirato nei primi tre mesi di cose mai viste.