Napoli-Santos, quando Pelè incantò il San Paolo e segnò un gol storico (FOTO)
Pelè, uno dei più grandi calciatori di sempre della storia del calcio, ha giocato diverse volte contro il Napoli. Nel 1972 al San Paolo.

Paolo Paoletti, giornalista, raccontò una storica partita che si disputò allo stadio San Paolo di Fuorigrotta tra il Napoli e il Santos di Pelè. Queste le sue parole: "Io c'ero. Sotto una pioggia torrenziale fino a quando si cominciò a giocare. Napoli-Santos 2-3, 1972: avevo 16 anni ed ero orgogliosamente un giocatore della S.S.C.Napoli passato dalle cure di Giovanni Lambiase educatore impareggiabile nel mitico Nagc (Nucleo Addestramento Giovani Calciatori) a Sentimenti IV tra gli allievi B, nidiata 1955-56 compagni ed amici degli 'Anni Migliori', quando il calcio è tutto, presente e futuro, sogni e speranze, soprattutto passione: Sergio Scarpitti (56), Salvatore Armidoro (55), Jovino e Coco (56), Roberto Sorrentino (55), Luigi Punziano (55), Mario Masiello (55) centravanti fortissimo cui mi ispiravo, anche se gli altri mi dicevano che somigliavo a Ghio e Manservisi, attaccanti di manovra che oggi chiamerebbero falsi nueve! E l'indimenticabile Felice Nappi (56), un nuovo Meroni, che ci lasciò per un incidente in moto.
E poi: "Tra i tanti, io, come pochi altri, chissà perché, a godere di 16.000 lire al mese di rimborso spese anche se non dormivo a 'Villa Pierce', foresteria di fortuna a Posillipo, in quel Napoli da qualche anno diventato di Corrado Ferlaino. Recentemente si è letta una dichiarazione in cui Pelè svela di essere stato cercato dal Napoli di Roberto Fiore, nel pieno della sua maturità calcistica. Lo sapevo già, anche se non mi ero mai veramente soffermato a capire se credere alle confessioni di cui mi faceva dono Roberto, nella sua casa di via Catullo, panorama mozzafiato sul Golfo e mille ricordi mai sopiti sul suo sogno più grande: vincere il primo scudetto della storia del Napoli e del Sud! Trovata pubblicitaria già allora o reale trattativa per chiudere l’affare più clamoroso della storia azzurra, dopo Sivori e Altafini e prima di Diego Maradona?"
Poi sui precedenti: "Pelè giocò 5 volte contro il Napoli, tre volte nel 1968 e due nel 1972 mettendo a segno 7 reti. Nel primo caso in occasione della tournée americana del Napoli alla fine del campionato 1967-68; nel secondo in due gare esibizione tra il marzo e l’aprile del 1972 al San Paolo. L’arrivo di Pelè a Napoli fu come l’astronauta che mette il piede sulla Luna, fu la luce che illuminò uno stadio che notoriamente sembrava il presepe di Natale tanto era buio in quegli anni. Fu l’apparizione del Messia del calcio, Gesù fatto uomo e poi calciatore, la Religione del Dio Eupalla incarnato in un atleta già maturo (31 anni), di altezza media, anche se si elevava come un saltatore, baricentro medio-basso ma con dei piedi da favola che facevano parlare il pallone. Era indubbiamente il migliore. Era O'Rey".
Ed infine: "Il 5 marzo 1972 palla al centro al San Paolo, amichevole di lusso: Napoli- Pelè, ehm… Santos. Fuorigrotta in abito da sera. O’ Rey incontrò due vecchi amici, con entrambi ci aveva giocato insieme in Brasile. Baci e abbracci prima di scendere in campo, il numero 7 del Napoli quella notte è Angelo Benedicto Sormani, ex compagno nel Santos; l’altro è Josè Altafini, titolare della Seleçao Campione del Mondo in Svezia, proprio lui, che gli lasciò posto e maglia, per un infortunio al ginocchio! In quella fresca serata di marzo, davanti a 25000 spettatori, arbitro Pieroni di Roma, il Napoli schiera Zoff; Ripari, Pogliana; Zurlini, Vianello, Perego; Sormani, Juliano, Altafini, Montefusco, Improta (al quale subentrerà Manservisi). Il Santos schiera Cejas, Orlando Lelè, Paulo, Oberdan, Zè Carlos, Leo Oliveira, Afonsinho (Nenè), Edù, Alcindo, Pelè, Ferreira. Mezzo Brasile! La gara va subito in discesa per il Santos, Pelè segna al 15′, poi lo stesso '10' del Santos scavalca Zoff beffardamente e coglie un palo disperandosi come se avesse sbagliato un gol nella finale di Coppa Libertadores. Incredibile! O' Rey timbra il secondo gol con un rigore al 9′ della ripresa".
"E dopo sei minuti Nenè fa tris, col Napoli sotto di 3 gol. A questo punto, viene fuori l’orgoglio, l'amor proprio dei campioni: Josè Altafini che dice a se stesso e al pubblico... "Pelè viene a Napoli, segna due volte ed io resto a guardare?” ed allora ti fa doppietta che purtroppo non servirà alla rimonta. Ma a far capire che i campioni lo sono prima per personalità, carattere, temperamento. Finisce 3 a 2 per i brasiliani sotto la pioggia che torna battente".
"Abbracci anche alla fine, come la signora 'amichevole' volle. Tutti al centro del campo, tutti a salutare la leggenda vivente del calcio che risponde agli scroscianti applausi dei napoletani. Pelè rimase in campo tutti i 90 minuti ed anzi ebbe a dichiarare che il suo diretto marcatore, Enzo Montefusco dal Vasto, era stato un avversario leale e corretto. Un complimento che lo stesso 'Vecienzo' rimarcò più volte in qualche ‘amarcord’ diversi anni dopo". Pelè quella sera segnò il suo gol 1100.







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