Fabio Cannavaro: "Dall'Italsider a Maradona, vi racconto i miei inizi. Ho sentito Gattuso. Su Insigne..."
Fabio Cannavaro, ex difensore del Napoli, è stato protagonista di un'intervista rilasciata al quotidiano Il Riformista.

Fabio Cannavaro, orgoglio napoletano nel mondo, ospite del Tennis Club Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni ad Il Riformista. Vi proponiamo alcuni stralci della sua intervista: "Mi manca l’Italia ma soprattutto Napoli. Qui sono nati i miei figli e qui tornerò a vivere un giorno. Anche se ho notato che è sempre più raro vedere bambini che giocano per strada. Perché? I genitori hanno paura. Bisogna puntare sulle infrastrutture. Io ho cominciato sul campo dell’Italsider, a Bagnoli, che oggi è chiuso; al centro Paradiso, chiuso pure quello; al Campo degli Aranci, stessa storia. I posti dove ho iniziato non esistono più. È un peccato. I giovani hanno bisogno di spazi dove giocare a basket, a calcetto, a tennis. Anche il Calcio Napoli ha un problema con il settore giovanile? Non abbiamo mai avuto un settore particolarmente curato. Prima qualcuno veniva fuori ma oggi sono spesso le squadre del Nord a comprare i napoletani. Comprendo però la società: acquistare tutti questi ragazzi è difficile. Ma si può fare di più".
Fabio Cannavaro ha poi parlato dell'attuale momento del Napoli: "Quando si cambia l’allenatore la sconfitta è di tutti. Non ci può essere solo un capro espiatorio. Ma con Gattuso si può risalire. Se lo ho sentito? Spesso. Sa che ha un’opportunità importante, che il Napoli non è da tutti. È un professionista tenace. I contrasti tra Insigne e i tifosi? Tutti i napoletani hanno avuto problemi con il pubblico. Da loro ci si aspetta sempre qualcosa in più. Penso a mio fratello Paolo, a Ferrara, a me stesso. Ad Antonio Iuliano, una bandiera che in pochi ricordano. Il caso di Insigne è diverso perché è un attaccante e viene giudicato soprattutto per il gol. Quindi ci auguriamo possa segnare tanto e archiviare le critiche. Chi mi ha fatto innamorare del calcio? Da bambino, ovviamente, il mio idolo era Maradona. Ma un punto di riferimento era Ciro Ferrara. Veniva dalle giovanili e ha vinto tanto. Io allora facevo il racchettapalle e lui mi dice sempre che non facevo il racchettapalle a Maradona ma a lui, perché Maradona la palla non la buttava mai fuori".




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