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Peppe Barra ai giovani napoletani: "Se continuate così finirete nella mer*a. Io tra poco me ne vado"

Peppe Barra, straordinaria icona del teatro napoletano e figlio dell'indimenticabile Concetta, ha rilasciato un'intervista al quotidiano Il Mattino.


Luca CirilloLuca CirilloGiornalista

24/12/2025 17:46 - Interviste
Peppe Barra ai giovani napoletani: Se continuate così finirete nella mer*a. Io tra poco me ne vado

Ai microfoni del quotidiano Il Mattino, il grande artista Peppe Barra ha lanciato un appello ai giovani napoletani e non solo. Il figlio della indimenticabile Concetta ha anche ricordato una famosa frase attribuita ad Eduardo De Filippo: "'O presepio è bello, sò 'e pasture che song' na chiaveca. Non tutti, per carità e ci mancherebbe".


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Tradotto: "Napoli è bella, le persone meno". Duro l'affondo dell'attore-cantante che ha spiegato: "Io vedo le file ai ristoranti, e questo non è bello, mi fa piangere, mi addolora, mi chiude il cuore. Nelle altre città c'è la fila ai musei. Tradizioni? Vanno replicate così come sono senza chiedersi il perché. Oggi vediamo questi Tik tok, è uno sfacelo, si vedono cose orrende. Mi sono scocciato di fare polemiche, tanto io tra poco me ne vado (allude alla sua età, 81 anni, ndr) e ve la vedete voi. Se continuate così - il monito ai giovani - andate a finire nella mer*a e ne va di mezzo la nostra bella Napoli. Aprire gli occhi alla luce, altrimenti vi ritroverebbe in un buio che avete costruito voi con le vostre mani. Giovani, leggete di più, siate coscienti di avere avuto il privilegio di nascere qui. Dovete essere orgogliosi e felici di essere nati in una città in cui ci sono tante opere d'arte e magia ovunque".


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Poi ha aggiunto considerazioni sul Natale: "A casa Barra c'era una grande atmosfera nei giorni del Natale. C'era partecipazione da parte di tutti, dai nonni agli zii, apportavano novità al presepe ogni anno. Mia madre mi colse in una posa di meraviglia davanti al presepe illuminato nel buio della stanza e mi chiese: "Cosa stai guardando?". Avevo sette anni e dissi: "Perché il Benino si mette sempre nello stesso posto, in alto?". E lei: "Non te lo devi chiedere perché le tradizioni vanno portate avanti così come sono senza farsi domande. Da 50 anni metto in scena la Canata dei Pastori, dal 1974. E' un testo che non si può cambiare".


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Luca CirilloLuca Cirillo
Giornalista dal 2010, ha lavorato per Il Roma. Da vicedirettore ed inviato di giornali online, ha seguito il Napoli in giro per l'Europa. È autore e conduttore di programmi su Radio Amore e collabora con alcune riviste.
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