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Ziliani: "A Firenze si sta vivendo una Via Crucis, c'è stato un momento inquietante"

Paolo Ziliani, giornalista, ha parlato della Fiorentina attraverso i suoi canali social.


Lorenzo VallettaLorenzo VallettaGiornalista

21/10/2025 15:33 - Altre notizie
Ziliani: A Firenze si sta vivendo una Via Crucis, c'è stato un momento inquietante

La Fiorentina ha iniziato la stagione in modo disastroso, tanto è vero che è relegata all'ultimo posto del campionato insieme a Pisa e Genoa. La squadra viola ha altri obiettivi, non di certo solamente salvarsi visto il mercato effettuato, ma Stefano Pioli non riesce a ottenere risultati positivi.


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Paolo Ziliani, giornalista, ha così parlato della Fiorentina tramite i suoi canali social: "Chiunque abbia assistito domenica al dopo partita televisivo di Milan-Fiorentina sarà rimasto colpito dall’atmosfera cupa, quasi tetra che ha accompagnato le interviste del direttore generale Pradè e dell’allenatore Pioli della Fiorentina. Le facce erano quelle che si vedono a un funerale: ben diverse da quelle sorridenti viste in estate a Firenze quando il club di Commisso convinse Stefano Pioli ad abbandonare l’esilio dorato e i petrodollari d’Arabia per tornare a Firenze - dove da giocatore aveva trascorso sei stagioni dal 1989 al 1995 - per prendere il posto in panchina di Raffaele Palladino andatosene dopo essere arrivato ai piatti in faccia col d.g. Pradè".


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"Nelle intenzioni della società l’assunzione di Pioli, uno scudetto e una semifinale di Champions conquistati col Milan non più tardi di quattro e tre anni fa, avrebbe dovuto rappresentare un upgrade; e a testimoniarlo era arrivata una campagna acquisti da 90 milioni, insolita per il club viola, che Italiano prima e Palladino poi avrebbero al massimo potuto sognare. Un mercato che aveva messo a disposizione del 60enne tecnico di Parma, innestandoli su un’ossatura già di buon livello (la Fiorentina era reduce da un brillante 6° posto in campionato con qualificazione alla Conference), rinforzi qualitativi come Piccoli, Dzeko, Fazzini, Sohm, Gosens, Nicolussi Caviglia, Lamptey cui si erano aggiunti i costosi riscatti di Gudmundson e Fagioli".

"Specie in attacco la nuova Fiorentina sembrava ricchissima. A Moise Kean che un anno fa aveva trasformato l’acqua in vino al punto da conquistare, coi suoi prodigi, la maglia di centravanti titolare in nazionale, si erano aggiunti un vecchio campione della classe di Dzeko impiegabile, si pensava, alla Altafini (quello che nella Juve degli anni 70 entrava a mezzora dalla fine e puntuale come le tasse segnava), il rampante Piccoli reduce dai 10 gol e da un’ottima stagione trascorsa a Cagliari (certificata dai 25 milioni spesi da Commisso per averlo), oltre a Gudmundson definitivamente riscattato dal Genoa per 13 milioni".

"Ebbene: sono passati pochi mesi, solo due dal via della nuova stagione, e la Fiorentina di Pioli, la squadra che Massimiliano Allegri in sede di pronostico aveva avuto l’ardire di non inserire tra le pretendenti ai primi 4 posti validi per la Champions provocando il cupo risentimento del neo tecnico viola (“Le parole di Allegri le ho scritte sulla lavagna”, disse piccato Pioli in conferenza stampa titillando la tifoseria gigliata già pronta a sognare in grande) è oggi ultima in classifica. Avete capito bene: ultima assieme a Pisa e Genoa con 3 punti dopo 7 partite, e questo vuol dire che se il campionato finisse oggi la Fiorentina sarebbe di fatto retrocessa in Serie B. Impressionante? Sì".

"A dispetto di un avvio di calendario nè facile nè difficile, la Fiorentina schieratasi ai nastri di partenza con l’obiettivo non dissimulato di puntare al 4° posto e con un organico pensato e attrezzato per ben figurare sia in campionato che in Coppa, ha conseguito i seguenti risultati:

Cagliari-Fiorentina 1-1

Torino-Fiorentina 0-0

Fiorentina-Napoli 1-3

Fiorentina-Como 1-2

Pisa-Fiorentina 0-0

Fiorentina-Roma 1-2

Milan-Fiorentina 2-1

Zero vittorie, 3 pareggi, 4 sconfitte. Giocando quasi sempre male, a volte in modo imbarazzante (derby col Pisa) e segnando pochissimi gol (5) che gli avversari le hanno sempre regolarmente rimontato. Kean, che un anno fa sembrava Mbappé, oggi è tornato a sembrare Kean e spesso nemmeno arriva a tirare. Dzeko è un oggetto misterioso, Piccoli sembra tornato quello degli zero gol in stagione visto tre anni fa a Verona e Gudmudson è puro ectoplasma".

"Domenica, nonostante il fato avesse servito a Pioli la partita della svolta su un piatto d’argento, quella di San Siro contro un Milan decimato dagli infortuni, la Fiorentina è riuscita nell’impresa di non fare un solo tiro verso la porta di Maignan; anzi, dopo essere passata in vantaggio per caso, o meglio per grazia ricevuta grazie al Milan che il gol, anzi l’autogol se l’era buttato dentro da solo col pasticcio tra Maignan e Gabbia, per l’ennesima volta si è fatta rimontare il gol di vantaggio piovuto dal cielo in avvio di secondo tempo come già avvenuto a Cagliari dopo l’1-0 di Mandragora, col Como dopo l’1-0 ancora di Mandragora e con la Roma dopo l’1-0 di Kean".

"Nel dopo partita di San Siro la Via Crucis delle prefiche viola in tv con le funeree facce e le dolenti parole di Pradè e Pioli è stato un momento inquietante. Anche ammesso e non concesso che la Fiorentina fosse stata battuta dal rimaneggiato Milan per via di un generoso rigore accordato da arbitro e VAR, sembrava che la colpa delle macerie accumulatesi nei primi due mesi di stagione fosse da addebitare interamente sul conto dei signori Abisso e Marinelli".

"Da un lato il direttore generale Pradè che insisteva a dire che se c’era una persona meritevole di dare le dimissioni - senza però passare ai fatti -, questa persona non era certo Pioli ma lui medesimo, autore del mercato da 90 milioni che ha partorito l’ultimo posto in classifica della squadra viola; dall’altra l’allenatore Pioli che sull’orlo di una crisi di nervi interrompeva in diretta Luca Toni, l’ex centravanti viola oggi opinionista televisivo, dicendogli: “Ma le vedi le partite?”. Spiegandogli poi che non è vero che la Fiorentina giochi male: gioca bene, solo che purtroppo perde sempre e questo vanifica - era la sua conclusione - il buon lavoro portato avanti in settimana".

"E insomma, anche se non siamo nemmeno a un quinto del cammino, i tifosi viola che ieri e l’altro ieri facevano le pulci a Italiano prima e a Palladino poi non sanno più a che santo votarsi: anche perché le due prossime partite, il Bologna al Franchi e l’Inter a San Siro, precedute dalla trasferta a Vienna (Rapid) giovedì in coppa, con l’aria che tira non promettono nulla di buono. Inutile dire che il tempo per risollevare la baracca e provare a portare la squadra se non in Champions almeno al 10° posto c’è ancora tutto. Detto questo, la verità è che a Firenze stanno cominciando a prendere corpo e ad aleggiare sinistri i fantasmi di un passato nemmeno tanto lontano: quelli della stagione 1992-93 partita con Gigi Radice in panchina, poi con Aldo Agroppi a sostituire Radice e poi con Chiarugi & Antognoni a sostituire Agroppi".

"Una stagione che andò di male in peggio e si concluse con l’incredibile, inaudita retrocessione in B di una squadra partita per finire tra le prime quattro e che aveva in rosa Batistuta e Baiano, Laudrup ed Effenberg, Flachi e Massimo Orlando, Carobbi e Faccenda e sapete chi? Proprio lui, Stefano Pioli, al tempo ventisettenne difensore viola nel pieno della maturità agonistica. Che certamente di quei giorni tremendi ha conservato il doloroso ricordo".


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Lorenzo VallettaLorenzo Valletta
Classe 1997, è il rampollo più giovane della famiglia di AreaNapoli.it. Giornalista pubblicista iscritto all'ODG Campania, ha giocato a calcio a livello agonistico ed è tifosissimo del Napoli.

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