Max Giusti: "De Laurentiis, che eloquio. Dico una cosa 'brutta': quando lo imito...".
L'imitatore Max Giusti ha parlato anche di Aurelio De Laurentiis nel corso della sua intervista al Corriere della Sera.

Max Giusti ha imitato, tra i tanti, anche Aurelio De Laurentiis. Ne ha parlato nel corso di una intervista alla edizione odierna del Corriere della Sera: "L'Aurelio De Laurentiis di Max Giusti ha un linguaggio che mescola il forbito e lo scurrile, mentre il canovaccio ha due punti fermi: la telefonata del maggiordomo Adalberto e l’aneddoto improbabile sulle star americane in cui compare, immancabile, Boldi («ero a cena a Hollywood con Spielberg, Polanski e Massimo Boldi»; «il ruolo del migno***ne in Pretty Woman era per Massimo Boldi, non per Julia Roberts»)".
Come è nato De Laurentiis? "Mi è capitato di incontrarlo diverse volte in vacanza, abbiamo fatto anche alcune riunioni insieme per un progetto mai nato. Credo che sia una delle persone con l’eloquio più interessante e affascinante che abbia mai incontrato. Uscivo da quelle riunioni e c***eggiando con gli amici mi veniva naturale imitarlo".
L'idea vincente? "Molti si aspettavano che parlassi di calcio, invece mi sono concentrato sulla storia di un produttore che sta da 50 anni nel cinema. Mi piace l’alto-basso che solo Boldi può darmi, lui non lo tratta male, ma lo inserisce ovunque. Posso dire una cosa brutta? È la prima volta in vita mia che quando mi rivedo rido pure io. So che non si fa. Non sono così pieno di me".
La voce, il trucco: siete identici. "La prima volta che mi sono trasformato in lui ho avuto un brivido perché ho capito che mi ero completamente annullato, non dico che è stato come vivere un’esperienza mistica perché se no sembro matto. Il fatto è che divento una terza entità: non sono né il vero De Laurentiis, ma non sono più neanche io; sono un connubio tra me e quello che immagino di lui".
Chi si arrabbiò? "Mastella perché lo imitai da Santoro. Lui era ministro della Giustizia e mi chiamò dalla batteria del Senato: finché lo fai a Quelli che il calcio va bene, ma da Santoro no".





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